Lo scorso 4 Dicembre al Dama Tecnopolo Data Manifattura Emilia-Romagna si è respirata un’energia particolare: quella di una comunità che non si limita a parlare di futuro preferendo costruirlo un gesto alla volta. Studenti, docenti, formatori, ospiti e istituzioni hanno animato “Futuri sostenibili, professioni che cambiano il mondo”, iniziativa completamente organizzata e coordinata dalla nostra Associazione insieme agli enti di formazione accreditati dell’IeFP e alla Regione Emilia-Romagna, con collegamento dalla Commissione Europea.
POLITICHE, VISIONE E RESPONSABILITA’ CONDIVISA
Gli interventi istituzionali della Regione Emilia-Romagna hanno definito con chiarezza il perimetro culturale e politico in cui l’Istruzione e Formazione Professionale opera oggi.
La Dirigente Francesca Bergamini e l’Autorità di Gestione FSE+ Daniela Ferrara hanno ribadito il valore strategico dei percorsi IeFP per la crescita del territorio inquadrandoli come un investimento sulla dignità professionale, sull’autonomia e sulla costruzione di una comunità competente.
Nel messaggio del VicePresidente della Regione Emlia-Romagna Vincenzo Colla è emerso un punto chiave: “chi insegna un mestiere costruisce futuro e democrazia”. Una prospettiva che restituisce alla formazione professionale il ruolo di infrastruttura sociale oltreché educativa.
Dal collegamento con Bruxelles, nella persona di Nadia Tempesta, la Commissione Europea ha portato la cornice più ampia: i fondi FSE+ sostengono l’IeFP perché i sistemi formativi sono uno dei pilastri per accompagnare i giovani dentro le trasformazioni ambientali, digitali e del lavoro. Formazione come politica europea dunque e non come mera erogazione di risorse.
LA VOCE AGLI STUDENTI
Manuela, Studentessa Engim, ha introdotto la proiezione del video racconto realizzato con i contributi dei 15 elaborati, da altrettanti enti, arrivati da tutta la regione leggendo un testo che ha riassunto con immediatezza il cuore della giornata: la sostenibilità non è una parola “da grandi”, ma un’abitudine, una cura, la capacità di non sprecare né risorse né persone. È aggiustare, recuperare, valorizzare; è essere visti, accompagnati, ascoltati. Una fotografia limpida del significato educativo dei percorsi IeFP.
LA TAVOLA ROTONDA: TRE MODI (E MEZZO) DIVERSI DI GUARDARE AL LAVORO
La parte centrale della mattinata è stata il confronto fra tre figure professionali molto diverse. Da ciascuna è arrivato un tassello prezioso su cosa significhi lavorare in modo sostenibile oggi. L’Attrice Maria Pia Timo è stata il cuore pulsante dello scambio.
Massimiliano Poggi, cuoco, ha restituito una lettura “terrena” ma lucidissima: più che sostenibilità, serve educare al pensiero etico. Significa gestire risorse, ridurre sprechi, valorizzare ogni ingrediente e ogni gesto. Non un esercizio teorico, ma un modo di lavorare che si impara e si trasmette. Il suo messaggio ai ragazzi è stato netto: “non imitate la cultura dello scarto; ribaltatela”.
Massimo Vitali, scrittore, ha introdotto una prospettiva complementare: la sostenibilità interiore. La fantasia come muscolo, l’ironia come forma di dignità, la narrazione come strumento per sostenere anche ciò che sembra insostenibile. Il suo racconto personale ha dato corpo a un’idea semplice: senza equilibrio emotivo e capacità di trasformare l’esperienza, nessuna competenza tecnica dura davvero.
Alberto Bortolotti, giornalista sportivo e responsabile comunicazione della Virtus Bologna, ha portato la dimensione collettiva: lo sport come allenamento alla disciplina, al sacrificio, ma soprattutto alla relazione. In un tempo in cui la solitudine digitale è la prima distrazione, il campo diventa un luogo dove imparare a passare la palla, stare in squadra, riconoscere e rispettare i ruoli. Una forma di sostenibilità sociale che parla molto ai giovani.
Accanto a loro, gli studenti Mattia, Emanuela e Rashid hanno dato voce ai percorsi IeFP dall’interno: la fatica di conciliare studio e lavoro, la soddisfazione di vedere le competenze tecniche trasformarsi in possibilità concrete, l’importanza di progettare in modo intelligente per ridurre consumi e sprechi.
IL VALORE DELLA COMUNITA’
La giornata è stata attraversata da un messaggio semplice e potente: nessun futuro sostenibile si costruisce da soli. Serve la voce dei ragazzi, la competenza degli adulti, la collaborazione tra enti, Regione ed Europa. Serve riconoscere valore ai mestieri, alla manualità, alla tecnica e alla creatività. Serve una comunità che accompagna, accoglie e fa spazio.
LA PREMIAZIONE
A conclusione dell’occasione, la premiazione del contest ha celebrato l’impegno di tutti, con un riconoscimento particolare alla Fondazione ENAIP Don Eleuterio Agostini di Reggio Emilia, vincitrice per efficacia del messaggio e qualità dell’elaborato. Un racconto nato addirittura da una punizione trasformata in opportunità: una perfetta metafora della giornata stessa.







