Nel cuore dell’Emilia-Romagna, un dialogo tra educazione, tecnologia e umanità. A Corticella, istituzioni e Chiesa riflettono su come l’AI possa diventare alleata dell’inclusione, e non strumento di esclusione.
Nel pomeriggio del 19 Giugno 2025, l’Oratorio San Savino di Corticella ha accolto un confronto denso e ispirato: La Formazione Professionale e l’intelligenza artificiale: un’alleanza per il futuro. Promosso dalla nostra Associazione con l’ITS Academy Adriano Olivetti , l’incontro ha visto protagonisti il Cardinale e Presidente della Conferenza Episcopale Italiana Matteo Zuppi, il Presidente della Regione Emilia-Romagna Michele De Pascale, il Presidente di AECA Giuseppe Eugenio Pagani e Gaudenzio Garavini, alla guida dell’ITS Academy Adriano Olivetti.
Senza limitarsi al mero scambio tecnico l’occasione è stata un affondo culturale sul senso del formare in un’epoca dove l’Intelligenza Artificiale, come ha ricordato più volte Pagani, non è più un oggetto di studio, ma un contesto da abitare. E farlo bene.
GIUSEPPE PAGANI: UN’INTELLIGENZA A MISURA D’UOMO
“L’Intelligenza Artificiale non è un fatto del domani: è già qui, è già ora,” ha esordito Giuseppe Pagani nel suo intervento introduttivo. Le sue parole hanno subito chiarito che il cuore della questione non è la tecnologia in sé, ma la sua ricaduta sull’educazione e sulla coesione sociale. AECA lavora ogni giorno con ragazzi e ragazze che spesso arrivano da percorsi scolastici interrotti, esperienze di marginalità, situazioni familiari fragili. “Il 40% degli studenti dei nostri centri è di origine straniera. Il 20% ha certificazioni per difficoltà di apprendimento. Sono i figli di una società che rischia di non riconoscerli”.
In questo contesto, l’Intelligenza Artificiale non può essere solo uno strumento di automazione o di efficienza. Deve diventare, se orientata con etica e responsabilità, una leva per l’inclusione. Ma questo implica uno sguardo che vada oltre il dato tecnico. “A cosa serve l’AI – chiede Pagani – se non aiuta un ragazzo a sentirsi visto, accolto, importante per ciò che è?”
MATTEO ZUPPI: TRA ALGORITMI ED EDUCAZIONE: IL RUOLO INSOSTITUIBILE DELLA RELAZIONE
La riflessione viene raccolta e amplificata da Matteo Zuppi, la cui voce porta nel dibattito una profondità spirituale non retorica ma radicata nell’esperienza concreta dell’educare. “L’algoritmo dell’educazione – dice con un sorriso – è quello che voi già praticate. È fatto di occhi che sanno guardare, di mani che sanno sollevare, di relazioni che sanno accompagnare.”
Per Zuppi, il rischio non è che l’intelligenza artificiale sostituisca l’uomo. Il rischio è che dimentichiamo la parte più umana del nostro educare: quella che sa scorgere un talento anche dove altri vedono solo fallimenti. La sfida non è tecnologica, è antropologica. E coinvolge tutti: educatori, famiglie, istituzioni, Chiesa. “Per guardare i ragazzi, dobbiamo essere un po’ spirituali – insiste – e per spirituale intendo capaci di vedere l’essenziale.”
MICHELE DE PASCALE PARLA DELL’ALTRA PIRAMIDE: COSTRUIRE COMPETENZE DALLA BASE
Michele De Pascale prende parola con tono lucido e pragmatico. Inquadra la questione in una cornice più ampia: la società non ha ancora metabolizzato del tutto la rivoluzione digitale, che già deve fare i conti con l’avvento dell’intelligenza artificiale. “Stiamo vivendo due trasformazioni sovrapposte”, osserva. E le risposte finora sono state parziali.
Molti sforzi, spiega, sono andati nella direzione dell’“iperqualificazione”: percorsi d’eccellenza per élite digitali, master avanzati, profili ad altissima competenza. Ma la vera sfida è costruire una base solida. “Abbiamo bisogno di una piramide delle competenze dove anche la base sia solida e aggiornata. Non bastano i progettisti dei software: servono anche persone in grado di usarli, interpretarli, interagire con essi.” In altre parole: democratizzare il sapere tecnico, renderlo accessibile a tutti.
I RAGAZZI DAL PUBBLICO OFFRONO SPUNTI SU OPPORTUNITA’ E RISCHI
Ma cosa significa, concretamente, integrare l’AI nei percorsi formativi? Lo chiedono anche due studenti intervenuti dal pubblico. La risposta è duplice.
Da un lato, come ha spiegato De Pascale, l’AI può potenziare l’apprendimento personalizzato: corsi di lingua con tutor digitali, esercizi adattivi, accesso continuo a contenuti aggiornati. Dall’altro, non può sostituire la relazione educativa, la motivazione, la scoperta del senso. “Se l’educazione è solo trasferimento di competenze – osserva – l’AI può farlo anche meglio. Ma se è riconoscere un talento, far fiorire una persona, allora il digitale resta uno strumento, non il fine.”
Zuppi aggiunge una nota di concretezza: “Formare con tecnologie vecchie significa già partire svantaggiati. Serve investire non solo in competenze, ma anche in strutture aggiornate, in attrezzature, in reti. La formazione professionale deve essere di Serie A.”
LA POSTA IN GIOCO: UN PATTO EDUCATIVO PER L’EPOCA DIGITALE
Tutti i relatori, da angolazioni diverse, hanno invocato la necessità di un nuovo patto educativo, capace di tenere insieme scuola, imprese, famiglie e istituzioni. Un’alleanza fondata su alcuni principi irrinunciabili: la dignità della persona, il bene comune, la solidarietà e la sussidiarietà. È il cuore della dottrina sociale della Chiesa, ma anche una bussola laica per non perdersi nell’entusiasmo cieco o nella paura paralizzante.
“In fondo – ha concluso il Presidente Garavini – la questione è se vogliamo restare protagonisti del cambiamento o se vogliamo subirlo. E per essere protagonisti, non bastano le buone intenzioni: servono strumenti, visione e coraggio.”
UNA DOMANDA CHE CI RIGUARDA TUTTI
In chiusura, Giuseppe Pagani ha lasciato in sospeso una domanda che contiene l’intero senso del convegno: “Quale umanità vogliamo costruire con l’intelligenza artificiale?” Non si tratta solo di gestire una nuova tecnologia, ma di decidere che tipo di società vogliamo diventare. Una società dove le macchine amplificano le disuguaglianze o una dove la tecnologia è al servizio dell’inclusione?
La risposta, per ora, non può che essere aperta, e sicuramente non arriverà dagli algoritmi.
Di seguito la replica integrale dell’occasione, un’assortita galleria fotografica e l’intervento completo del nostro Presidente Giuseppe Pagani.














